ISA: note aggiuntive per evitare i controlli

Il campo note aggiuntive consente di fornire al Fisco elementi per chiarire la propria posizione ed evitare controlli anche con indice ISA sotto soglia di affidabilità.

I contribuenti sottoposti agli ISA hanno a disposizione uno strumento per evitare controlli fiscali nel caso in cui si trovino sotto la soglia di affidabilità: è possibile utilizzare le note aggiuntive per fornire elementi al Fisco che chiariscano la propria posizione.

Lo ha spiegato Pier Paolo Baretta, sottosegretario del ministero dell’Economia, rispondendo a un’interrogazione alla commissione Finanze della Camera. Questo, dopo che nei giorni scorsi il Governo ha ribadito il no alle richieste dei commercialisti di disapplicare gli ISA 2019 (riferiti al periodo d’imposta 2018).

 

Riforma ISA: fumata nera

Le informazioni comunicate attraverso le note aggiuntive, spiega Baretta, «rappresentano per l’Agenzia delle entrate un prezioso bagaglio informativo che consente agli uffici di disporre gli elementi utili a indirizzare la propria attività di analisi, come chiarito dalla circolare n. 17/19, solo sulle posizioni più a rischio per la successiva fase dei controlli tralasciando, viceversa, quelle di coloro che, pur avendo ottenuto livelli minimi di affidabilità, hanno evidenziato idonei elementi giustificativi».

 

Sciopero dei Commercialisti contro gli ISA

Quindi, per i contribuenti che compilano gli ISA il consiglio fondamentale è quello di fare attenzione al campo delle note aggiuntive, che consentono appunto di fornire al Fisco tutte le spiegazioni utili a chiarire la propria posizione. Una precisazione che va incontro alle richieste di chiarimenti della categoria, ed esclude sostanzialmente che il Fisco faccia controlli automatici su tutti i contribuenti che non raggiungono l’indice di affidabilità fiscale.

Ma che, come detto, in realtà non soddisfa le richieste fondamentali dei professionisti, che invece speravano appunto nella disapplicazione degli ISA o, in subordine, nella possibilità di renderli facoltativi.

I commercialisti hanno indetto uno sciopero, con lo stop all’invio dei modelli F24 il 30 settembre e il primo ottobre, e alle udienze nelle commissioni tributarie dal 29 settembre al 7 ottobre.

 

di Redazione PMI.It