Coronavirus, tutte le iniziative per le imprese

Tavoli ministeriali con le parti sociali, impatto economico, consigli pratici e semplificazioni sullo smart working: come le imprese stanno fronteggiando il rischio coronavirus.

Da una parte le misure di tutela per le imprese contro l’emergenza contagio, dall’altra le stime sull’impatto economico: le associazioni imprenditoriali sono impegnate sui diversi fronti che riguardano il coronavirus, anche a livello di dialogo istituzionale. Nel pomeriggio del 25 febbraio, vertice presso il Ministero dello Sviluppo Economico con i rappresentanti di Confindustria, Rete Imprese, Alleanza Cooperative Italiane e Confapi sulle misure da adottare per fronteggiare le conseguenze da Coronavirus sul sistema produttivo del Paese.

Intanto, lo ricordiamo, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha firmato il decreto di sospensione adempimenti fiscali e tributari negli 11 comuni di Lombardia e Veneto considerati zona rossa.

Non si esclude che in vista possano esserci altri provvedimenti, a tutela dei lavoratori delle aree interessate. Ne ha parlato il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, che a sua volta ha aperto un tavolo con i rappresentanti delle imprese. Si pensa ad attivare strumenti come la cassa integrazione ordinaria, il fondo di integrazione salariale o la Cig in deroga per le aziende con meno di 6 dipendenti. Confartigianato pensa anche ad una specifica formula su misura per l’artigianato operata con FSBA, i fondi bilaterali.

Confcommercio Milano ha promosso un’indagine per misurare l’impatto economico predisponendo un questionario online per le imprese. API fornisce intanto una serie di indicazioni operative, molto simili a quelle di Assolombarda:

  • privilegiare lo smartworking,
  • limitare a quanto strettamente necessario l’ingresso in azienda di personale non dipendente,
  • limitare gli spazi di utilizzo di sale riunioni/corridoi/aule, evitando l’assembramento, monitorare i percorsi,
  • incrementare le procedure di igiene e pulizia rispetto a quelle ordinarie.

Il decreto del Governo del 23 febbraio semplifica il ricorso allo smart working nelle aree a rischio per l’emergenza Coronavirus consentendone, in via straordinaria, l’attivazione anche in assenza dell’accordo individuale. In questi casi, nella procedura telematica l’accordo individuale è sostituito da un’autocertificazione che il lavoro agile si riferisce ad un soggetto appartenente a una delle aree a rischio. Nel campo “data di sottoscrizione dell’accordo”, va inserita la data di inizio dello smart working.

Molte associazioni imprenditoriali pubblicano le disposizioni delle Autorità Sanitarie. A questo proposito, sottolineiamo che ci sono una serie di precauzioni importanti (lavarsi spesso le mani, coprirsi bocca e naso se si starnutisce, evitare il contatto con persone che hanno infezioni respiratorie acute, pulire le superfici con disinfettanti a base di alcol o cloro), ma anche consigli che invitano al buonsenso (non prendere farmaci antivirali o antibiotici se non sono prescritti dal medico, usare la mascherine solo in caso di assistenza a persone malate o se si teme di essere malati) e informazioni tranquillizzanti (i prodotti Made in China e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi, gli animali da compagnia non diffondono il coronavirus).

Molte associazioni imprenditoriali (Assolombarda, API) hanno attivato help desk e numeri di emergenza che le imprese possono chiamare nel caso in cui abbiano bisogna di assistenza.

di Redazione PMI.It